Alla stazione Leopolda di Firenze, come ogni anno, è andata in scena la presentazione delle nuove annate del gallo più famoso al Mondo. Una leggenda risalente al periodo medievale infatti narra che la risoluzione delle guerre centenarie tra la Repubblica di Firenze e quella di Siena per determinare i confini geopolitici definitivi di una zona fortemente contesa da entrambe, fu affidata all’esito di una bizzarra disfida, tutt’altro che sanguinosa. Nel giorno stabilito, al canto del gallo, due cavalieri con livree ed insegne della propria città, sarebbero partiti al galoppo dall’interno delle mura cittadine e là dove si fossero incontrati, quello sarebbe stato il confine tra Firenze e Siena. I fiorentini scelsero un gallo di colore nero, i senesi invece bianco. Spregiudicatezza e acume dei “gigliati” volle che il povero gallo nero fosse stato rinchiuso in gabbia per giorni, senza cibo, tanto che nel giorno stabilito, molto prima dell’alba, fu liberato e cominciò a cantare forsennatamente, tanto che il cavaliere fiorentino poté partire con un vantaggio davvero considerevole. Il cavaliere senese percorse infatti poco più di 12 chilometri, prima di incontrare il suo rivale nei pressi Fonterutoli, e fu così che quasi tutto il Chianti passó sotto l’egemonia della Repubblica Fiorentina.
Nei giorni 13 e 14 Febbraio 2017, sotto le luci della ribalta le annate del Chianti Classico 2015 (alcuni ancora campioni da botte), le riserve e la Gran Selezione 2014. All’interno dell’ambiente è noto come il 2014 sia stato un anno particolarmente difficoltoso per le innumerevoli pioggie e per tale ragione non tutte le aziende ne hanno presentato il prodotto finale in versione riserva (solo 30 presenti in degustazione). Tra quelli assaggiati, si rileva che generalmente siano poco risoluti e con tannini non maturi, anche se alcuni -vedi sotto- ne sono usciti alla grande, al contrario i Chianti Classico 2014, presentano si un’intelaiatura più snella, ma di grande beva e freschezza, da non scartare la possibilità di vederli accostati ad alcune pietanze di pesce. Mentre nell’annata 2015 molti vini risultano godibili, succosi, fruibili, con alcune punte di livello davvero alto.
La differenza di vedute da parte di molti vignaioli chiantigiani, sia grandi aziende blasonate che piccoli produttori, porta ad interpretare questa anteprima su diversi punti di vista: molti vini d’annata escono frammentati gli uni dagli altri, persino con 2 anni di differenza, questo per sottolineare come molte aziende manchino all’appello della 2015.
Tutti gli assaggi sono stati fatti a bottiglia coperta.
CHIANTI CLASSICO 2015
Castelnuovo Berardenga
Dievole – primo naso che trasuda calore, poi però lavanda e erbe di campo,ribes. Bocca semplice ma gustosa, rotondità e prontezza di beva.
Castellina in Chianti
Gagliole “Rubiolo” (campione da botte) – naso soffuso, balsami e ciliegie rosse, bocca cangiante e fresca, saporito, elegante con un bell’ allungo sul finale;
Pomona – solare e sangiovesissimo, carnoso e ossuto, eleganza e grazia per un gioiellino da non farsi sfuggire;
Gaiole in Chianti
Badia a Coltibuono – luminoso, viola di viola e rosso di lampone, snello, pulito e preciso, tannino minuto.. da merenda;
Le Miccine – roccia e ciliegie, inquadrato e composto, salino e godurioso!
Radda in Chianti
Vignamaggio “Terre di Prenzano” – roccioso, tabacco trinciato, sanguigno. Bocca stratificata, piena e decisa, in bocca altre cartucce, erbe aromatiche in primis.. allunga sulla mineralità apportando sapidità e slancio.
Monteraponi (campione da botte)
Teso come una corda di violino, timo e mentolo, saporito e parecchio bono! Reclama una tavola imbandita.
Val delle Corti
Roccioso e sanguigno, c’é materia ma supportata da buona freschezza di fondo, ritorna sul finale un gran frutto. Anche se ancora molto serrato, naviga su livelli alti.
S.Casciano in Val di Pesa
Antinori “Pèppoli” – naso delicato, preciso, senza sbavature. Peccato per non allungarsi troppo sul finale, rimanendo leggermente bloccato, ma ottima fragranza, taglia small.
Cigliano (campione da botte)
Minerale, viola e balsami, sprizza sangiovese da tutti i pori. Scattante, lungo e gran ritorno di frutta fresca sul finale ad ingentilire ed apportare piacevolezza.
Barberino Val d’Elsa
Casa Emma – naso scuro, balsamico e more, avvolgente e di carattere. Invoglia al bicchiere successivo, missione compiuta!
Castello di Monsanto (campione da botte)
Frutto dolce, molto succo, tannini fitti estratti alla perfezione. Cavallo di razza!
CHIANTI CLASSICO RISERVA 2014
Castellina in Chianti
Castagnoli “Terrazze” – legno di sandalo, frutto scuro, sottobosco, ampio e piccante; ancora un po’ di legno da smaltire, ma da tenere sott’occhio, c’è stoffa!
Bibbiano – roccioso, visciola e sottobosco. Acidità e sapidità che corrono sullo stesso binario! La toscanitá…
Greve in Chianti
Villa Calcinaia
Erbette aromatiche, frutto fresco, spezia scura. Intelaiatura snella, ma molto godibile!
Panzano
Montebernardi – balsami e resine, ciliegia a supporto. Molto fine ed elegante, poco corpo ma succo che invoglia al bicchiere successivo.
Radda in Chianti
Monteraponi “Il Campitello” – ribes e leggera nota tostata di caffè, tanta eleganza, sale e spinta acida che lo mantiene sugli attenti. Il migliore assaggio dei 2014!
Caparsa “Caparsino” – fiori e frutta fresca, delicato in entrata ma prosegue piccante e caratteriale. Non un campione in resistenza, centometrista!
Istine “Vigna Istine” – pepe con erbe officinali, tannino misurato, fresco e invitante!