Di ritorno da Montalcino, dove ho partecipato a Benvenuto Brunello 2017, con la presentazione del Brunello 2012, alcune riflessioni mi sembrano doverose. Ogni anno si parla di annata calda o fredda, piovosa o siccitosa, cinque stelle o tre stelle, ma le variabili in questione trovano una loro effettiva ragione di essere a seconda del versante in cui si trovano le vigne, sulla loro gestione, ma soprattutto sulle pratiche relative alla vendemmia, quando i produttori sono chiamati al rischio o alla conservazione: pochi giorni fanno la differenza tra il portare in cantina uve perfette o, al contrario, vedersi rovinato il lavoro di un anno intero.

 

BRUNELLO di Montalcino
Da questa due giorni Ilcinese, posso esprimere un giudizio netto sui vari esercizi di stile da parte dei vignaioli. Ho riscontrato diversi vini, provenienti dai vigneti del versante sud, privi di quell’acidità che slancia il sorso, con note alcoliche tenute poco a bada e tannini verdi. Naturalmente c’è anche chi, pur avendo le vigne in questo quadrante, magari sud/ovest – sud/est, è riuscito ad interpretare l’annata in modo personale e ne è uscito piuttosto bene. Al contrario, nel versante nord, la situazione è ben diversa, con vini molto profumati, freschi, goduriosi, ma allo stesso tempo con una struttura che permetterà loro di avere un futuro roseo.

Di seguito i miei 10 migliori, anzi 11, facciamo 12, Brunello di Montalcino 2012:

Fuligni – frutto turgido e balsami, disinvolto e solare, guizza che è un piacere, impettito!

Fattoria il Pino – agrume, fumo e spezia fine, leggero e saporito, gustoso!

Marroneto – lampone netto in primo piano, humus e ginepro. Austero e graffiante, materia e tanta bellezza!

Paradiso di Manfredi – melograno e ruggine, sanguigno e verace, energico e vibrante. Uscirà sul mercato fra due anni.

Macioche – agrume candito, succo di melograno, eucalipto. Piccante e salino, tannino rinfrescante e molto fine.

Le Chiuse – sanguinella, amarena e mentolo, già il naso te lo fa bere. Trama fitta e decisa, ma grande finezza, trovo una linearità netta anno dopo anno.

Poggio di Sotto – pepe e arbusti, frutta rossa e nera, ricamato a mano, struggente per finezza e progressione. Riesce a dare slancio con una leggera volatile che lo spinge in avanti. Mosca bianca nel quadrante sud!

Baricci – ribes e papavero, balsami e carne. Ricchezza gustativa e freschezza salata, disteso e molto Chambolle (cit.)

Le Ragnaie “Fornace” – arancia rossa e balsami, polvere da sparo e terra smossa. C’è materia e sostanza, non concede una virgola, lo berrei già adesso, ma questo avrà lunga vita!

San Lorenzo “Bramante” – ciliegiona e note marine, erbette aromatiche e agrume, in bocca sgomita per farsi spazio, un filo di alcol sul finale che non compromette assolutamente un piccolo capolavoro!

Salvioni – naso scandito da frutto rosso, menta e pepe bianco. Struggente per profondità e complessità, riuscendo a mantenere delicatezza e succo.

Tiezzi “Vigna Soccorso” – frutto scuro e cuoio, leggera nota torrefatta fine, bocca solare e salina dove si allarga coinvolgendo tutti i sensi.

Pietroso – ribes e sale che ritroviamo anche in bocca, ha spalle larghe ma sorretto da grandissima freschezza.

Outsider Brunello 2012:

Col di Lamo
La Mannella
La Gerla
Albatreti
Terre nere

 

credit: le foto sono state prelevate dal sito del consorzio