Si è concluso da poco più di una settimana l’Only Wine Festival, dove cento cantine condotte da under 40 hanno presentato i propri prodotti nei palazzi del centro storico di Città di Castello. Per due giorni le vie e le piazze della città sono state animate da un gran numero di giovani, tanto che lo scopo della manifestazione stessa, avvicinare al vino in maniera consapevole e sana un pubblico giovane, può dirsi senz’altro raggiunto.
Personalmente ho trovato tante storie interessanti da ascoltare, qualcuna che ho piacere di condividere, soprattutto di aziende nate da pochi anni che, con umiltà e dedizione, tentano di  ritagliarsi uno spazio in un mondo dove sappiamo che spesso conta più il blasone che la sostanza. L’evento in sé è stato molto ben strutturato, dove oltre agli espositori, all’esterno dei palazzi in cinque aree ben distinte, erano presenti i migliori birrifici del territorio, il Whisky club Italia, il Cigar club Valtiberino, mentre nelle due “bolle” denominate Crystal Dome 1 e Crystal Dome 2, montate in piazza Matteotti appositamente per la manifestazione, erano presenti il Consorzio Trento Doc e per il primo anno alcuni produttori internazionali provenienti dalla Borgogna, dalla Champagne, dalla Mosella, dalla Georgia e dalla Spagna.
In aggiunta, durante il corso della giornata numerose le degustazioni guidate condotte da Luca Martini – miglior sommelier del Mondo – e dai due campioni italiani uscenti Maurizio Filippi (2016) e Andrea Galanti (2015).

 

Fra i momenti senz’altro di maggior spessore emozionale, quello della presentazione del libro di Lorenzo Corino “vigne,vino,vita: i miei pensieri naturali” con il quale ho avuto modo di scambiare poche parole, che tuttavia mi sono state sufficienti per capire quanto la sua sconfinata conoscenza e il suo inarrivabile spessore culturale si alimentino in una miracolosa umiltà che allarga davvero l’anima. Lorenzo Corino è uomo che crede fortemente nei giovani e dal quale dovremmo imparare, tutti.
Mi chiedo come sia possibile che in questi anni di militanza nel mondo del vino io non l’abbia conosciuto prima, per quanto oggi, più di sempre, sia valido il motto “meglio tardi che mai”.

 

A seguire alcuni, a mio modo di vedere, fra i migliori assaggi che porto volentieri a casa:

 

BETTALUNGA
Prima vendemmia, azienda microscopica nei colli perugini, tre etichette prodotte: trebbiano, grechetto e Chardonnay. Mi colpisce e mi rimane impresso il grechetto 2015 “Rigaldo”
proveniente da unica vigna ma vendemmiata e vinificata, parte alta e bassa separatamente. Parte alta terreno argilloso, parte bassa più sciolto, sabbioso; maturazioni con dieci giorni di differenza. Profuma d’estate, di menta e di pesca bianca, timo ed erba di campo. L’entrata è segnata da un calore troppo marcato, ma poi arriva un fiume di acidità e rimette tutto in sesto, ottimo anche l’apporto sapido che aumenta la voglia di berlo.

 

MATTIA FILIPPI
Il vino non si chiama più “Xurfus”, ma tranquilli, è buono ugualmente, Müller Thurgau 2015. Pur non essendo un vitigno nelle mie corde, Mattia riesce a tirare fuori dal cilindro una sfumatura che mi affascina del Müller, oltre all’espressione più profonda del territorio. Infilandoci il naso dentro mi viene in mente un colore, verde. Ma non è verde perché non maturo, è piuttosto alloro, salvia, bergamotto, sassi di fiume. Bocca verticalissima, tutto è al proprio posto, saporito e coerente con il naso, con rimandi agrumati sul finale. Vino quotidiano, ma che può ritagliarsi uno spazio anche più nobile. Un rapporto goduria/prezzo che è raro trovare.

 

AZ.AGR.MEZZANOTTE
Ci troviamo in località Bettolelle di Senigallia (An) azienda che conta 6 ettari vitati, dove sono presenti i vitigni classici del territorio: verdicchio e lacrima. Il Verdicchio dei castelli di Jesi riserva 2014 “Verdemare”  presenta pietra focaia e salgemma al primo naso, facendo spazio ad un frutto ben maturo a polpa bianca. Notevole lo spessore, densità e potenza, pur essendo slanciato e per niente imbrigliato.

 

LUNAROSSA
Mario Mazziettelli nasce come enologo, vanta esperienze in giro per il mondo, ma arrivato ad un certo punto della sua vita decide che è giunta l’ora di rientrare nella sua Salerno, prima in una cantina della zona e successivamente iniziano un percorso del tutto personale, fondando l’azienda Lunarossa, nel 2006, a Giffoni Valle Piana nei colli di Salerno. Il “Quartara” 2013 è un fiano in purezza, macerato per 2 mesi in anfore interrate. Mario negli ultimi anni ha alleggerito estrazioni e ossidazioni, riportando il vitigno ad attore protagonista, non relegandolo in secondo piano, come spesso accade con vinificazioni in rosso con uve a bacca bianca. Naso soffuso, camomilla e acacia, liquirizia dolce e Kumquat, ritroviamo quella delicatezza anche all’assaggio, dove sembra che il vino sparisca ma tutto d’un tratto ritorna, inondando le papille e dandoci una scossa, forte.

 

CONDÈ
Cambio radicale sul sangiovese con l’annata 2013, che coincide con le prime vinificazioni della giovane Chiara Condello. Lascio gli ultimi assaggi di Novembre alle spalle, con vini gonfi e maturi, a due nuovi vini di estrema finezza ed eleganza. Chiara inizia con un’idea molto decisa di vinificare separatamente le diverse vigne, tra cui il Raggio Brusa, che proviene da un crinale impiantato nel 2002, dove i terreni sono caratterizzati dallo spungone, che affiora in superficie, una roccia di origine pliocenica, dove è forte la presenza di fossili marini. Il vino parla chiaro. La marcata sensazione iodata e la parte sapida a corredo, contraddistinguono l’assaggio, ciliegia e lampone, un filo di legno sul finale di bocca che però non placa la bevuta. Con la vendemmia 2015 entra in azienda come consulente Federico Staderini, il guru del Sangiovese. Assaggio “Le Lucciole” 2015 – ancora non in commercio- proveniente dallo stesso crinale del “Raggio Brusa” ma parte più bassa, impiantata nel 2005. Rimango esterrefatto, ha una purezza sconcertante, arancia sanguinella e frutto fresco, pepe bianco e balsami, succosissimo e di beva disarmante, lunghissimo. Brava Chiara, io tifo per te!

 

TENUTA LUPINARI
Vinificatori da 40 anni, sempre venduto vino sfuso, solo dal 2013 hanno iniziato ad imbottigliare. Ci troviamo a Bucine (Ar) in Val d’Ambra, sono 20 gli ettari vitati per una produzione di circa 10000 bottiglie, il resto continuano a venderlo sfuso. Il sangiovese “Ottante” 2014 è una selezione delle migliori uve provienienti da una vigna impianta nel 1974 su terreni di galestro. È un finto taglia small, profilo rustico con tannini saporiti e freschezza che accresce la voglia di ordinarne una seconda bottiglia. A bicchiere vuoto profuma di pietra bagnata e marasca.

 

ELENA FUCCI
Una conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, per questa vignaiola ed il suo aglianico del Vulture. Proveniente dalla Contrada Solagna del Titolo, da cui il nome del vino, a Barile (Pz), su suoli vulcanici e vigne di 50 anni di età, questa versione 2014 non delude le aspettative. Toni freschi di mentuccia fanno spazio ad un frutto maturo di susina rossa, ginepro e rosmarino, caminetto spento. Impressionante come riesca a coniugare vinosità ad eleganza, un trait d’union che prolunga la piacevolezza in un sorso non impegnativo, avvitato e piccante.

 

GIULIA NEGRI
Invece c’è un’altra giovane vignaiola, dalla parte opposta dello stivale, precisamente a La Morra, che brilla per determinazione e personalità. Giulia nasce nell’azienda di famiglia, ma vuol presto camminare con le proprie gambe. Precisamente nel punto più in alto di La Morra, sul bricco del dente sorge la cantina, due i Barolo assaggiati ai banchetti, “Tartufaia” 2012 assemblaggio delle due MGA “Serradenari” e “Brunate”, balsami a profusione, roccia spaccata con un frutto scuro a tracciare un sorso potente, e qua escono le Brunate, ancora scalciante e ruvido, ma di grande potenziale. Altro Barolo 2012 proveniente dall’MGA Serradenari. Il vino si presenta con intelaiatura apparentemente più delicata, ma di diversa progressione. Fittezza di tannino, ondata di freschezza, nel lungo periodo metterà la freccia e vi svernicerà.

 

Da segnalare nello spazio internazionali:

 

CEDRIC MOUSSE
Nel villaggio di Cuisles in Vallèe de la Marne, Cedric produce Pinot Meunière per la maggiore, lo Champagne  “L’Extra or d’Eugène” ha un piccolo saldo di Pinot Noir, metodo Solera, vino vivo, di carattere, iodio e anice stellato, progressione e sapidità.

 

DAVID MOREAU
Santeney, comune meridionale della Cote de Beaune, in zona di rossi David (giovane ma con gran manico!!!) tira fuori dal cilindro un gran bel Santeney bianco, annata 2015, polposo e di materia, predilige grassezza senza sfociare in stucchevolezza. La cuvee “S” 2015, proveniente dalla parcella storica del domaine “Les Corniéres”, sita nel bel mezzo del villaggio, si mostra solare, bacche di ginepro e more, tannino levigato, in un sorso ricco di sfumature.

 

DANIEL TWARDOWSKI
Nel 2006 Daniel, già commerciante di vini, sente la voglia di creare un unicum, nelle ardesie blu di Neumagen-Dhron in Mosella. Grandissimo appassionato di Borgogna, si procura i migliori cloni francesi di Pinot Nero e con un briciolo di pazzia, dai 3ha vitati, esce con un’ unica etichetta, Pinot Noix 2014. Dolcezza di frutto che si mischia ad una nota fumosa, liquirizia dolce e roccia. Entra in punta di piedi, bussando. Abbiamo aperto le porte del paradiso, incessante la sapidità e la freschezza a corredo, succo e progressione, un finale lievemente verdastro ci sussurra che ancora deve riposare.

 

DR.PAULY BERGWEILER
Da alcuni dei più importanti vigneti della Mosella, vini salatissimi e godibilissimi. Urziger Wurzgarten trocken mi è toccato denunciarlo per possesso illegale di armi da taglio, felicità/prezzo imbarazzante.