La spumeggiante kermesse altoatesina volge al termine e si torna verso casa.

Il diluvio universale oltre il parabrezza, il traffico congesto e la spolverata di nevischio mi accompagnano fedeli.

Di concerto le stazioni radio, sottoposte ad uno zapping quasi fantozziano, sfornano classifiche a raffica barcamenandosi tra grandi classici, new entry ed inediti.

Così la mente, che vaga distratta tra i bicchieri del Kurhaus in cerca della giusta ispirazione, partorisce il suo ranking.

 

 

GRANDI CLASSICI:

– Paleo 2014 Azienda Agricola le Macchiole: spezie a non finire su di un bel peperone grigliato. La bocca graffia e si svolge dinamica ed agile. Il bicchiere vuoto si divide tra un frutto scarlatto ed il sasso bianco bagnato.

– Brunello di Montalcino Ugolaia 2011 Azienda Agraria Lisini: un bel naso di agrumi a media maturazione e legni ben dosati rapisce l’astante. Sorso vibrate e pulito. Corteggiatore.

– Brunelllo di Montalcino Riserva 2011 Le Macioche: un’incredibile declinazione di agrumi, cinta da un sottobosco appena accennato, stupisce e regala solarità. In bocca il registro è il medesimo con un ottimo movimento. Profondo ed avvolgente.

– Amarone della Valpolicella Riserva 2006 Zymè: la graffite domina il quadro e si accompagna a parti verdi che dinamizzando naso e bocca. Sorso pieno ma godibile. Paciock.

– Barolo Ornato 2003 Pio Cesare: un vino gradevolissimo con il naso diviso tra petali rossi e melograno. Bocca con la giusta verve. Elegante e senza fronzoli.

– Barolo riserva 1985 Marchesi di Barolo: la torrefazione più fina sia al naso che in bocca, un leggero frutto scuro permane stile highlander. Sorso vino e vegeto con un pizzico di sale.

 

BEST ROCK:

– Maramia 2015 Tenuta Mara: profuma di mare e rosmarino su cui sferzano parti balsamiche. Sorso goloso, si saliva a lungo. Il sale a fine corsa. Un balcone sull’Adriatico.

 

LIVE @ KURHAUS:

– Amarone dal valpolicella 2012 Azienda Agricola Ferragù Carlo: parti di talco e cipria si barullano, poi frutto scuro e legni dolci. In bocca c’è materia, tensione e slancio. A fine bicchiere spunta il rosmarino come ciliegina sulla torta.

 

INEDITO:

– Amarone della Valpolicella 2011 Secondo Marco: il balsamico è tiranno assieme ad uno speziato chiaro chiaro. In bocca di nuovo la balsamicità mossa da tensione e nerbo. Finale completamente secco!

 

BONUS TRACK:

– Chianti Riserva Il poggio 1970 Castello di Monsanto: Subito sale e tartufo. Poi si declina il caffè nelle sue forme e la foglia d’alloro. Fresco e dritto con ancora un filo di tannino. In chiusura di nuovo il sale

 

Credits:

 

– Sono stati sorseggiati 294 vini da 123 aziende, ripartite in egual maniera (azienda più – azienda meno!) tra le diverse regioni e zone vinicole presenti.

 

– Gli assaggi sono stati effettuati nelle giornate di Domenica 12/11 e Lunedì 13/11 presso il Kurhaus di Merano sito in Corso della libertà n°33, 39012 Merano BZ.

 

– Troverete menzionati, in questa classifica estemporanea, solo i vini che hanno brillato per particolare piglio ed emozione nel mare magnum della fiera. I sopracitati hanno detto la loro smarcandosi da un coro intonato verso maggiore rotondità, residuo zuccherino, concentrazione ed uso smodato di legni.

La presenza di nasi indirizzati e gemelli è sembrata (purtroppo!) prevalere in numerose tipologie di vini bianchi ed in alcuni casi il vitigno risultava stravolto e/o d’impossibile univoca individuazione.

Si registra inoltre, grazie alla presenza delle mini-verticali, un leggera tendenza allo snellimento dei vini di origine toscana che genera sommo piacere negli astanti.

 

– Voglio complimentarmi con gli organizzatori per la precisa struttura dell’evento, con temperature dei vini ad hoc, pulizia dei locali e cortesia massima di tutto lo staff. Una meravigliosa macchina che ha operato senza intoppi e senza sbavature.

 

Merano WineFestival resta per me la fiera più elegante in assoluto.

 

Alla prossima edizione!

 

Briss