“La parte opposta del Tevere era già piena di qualsiasi offerta gastronomica di un certo livello, la mia volendo è una sfida nella sfida”. Antonio Ziantoni
Una cucina dove le padelle cantano, basata su fondi e salse, mai appesantite. La concezione di Antonio Ziantoni è in controtendenza, puntando su piatti con dolcezze talvolta accentuate -per il mio palato- tal’altre inserite magnificamente, ed in quest’ultimo caso reggetevi sulla sedia, forte. Tripudio di gusto.
I piatti di terra rispecchiano in modo assoluto la cucina di Antonio, molto ben delineati, senza specchi riflessi, dove la complessità riesce a farsi semplicità, dove la materia prima è esaltata e non messa in disparte, dove i sapori esplodono al palato.
Il rigore e la tecnica imparate sono messe a servizio del commensale, senza voler per forza stupire e senza mettere il proprio ego davanti ai piatti, cosa che ahimè troviamo sempre più spesso. La solarità di Ida in sala travolge e rilassa, servizio scandito molto bene da Marco, con leggerezza e simpatia. Sarei banale nel dire che alcuni tasselli ancora mancano, ma avendo aperto da solo otto mesi, la strada imboccata è quella giusta, con una prateria che si distende davanti.
Il coraggio e la voglia di far bene non mancano, consapevoli del proprio potenziale. Bravi!
Da menzionare l’insalata di maiale, il panzerotto ripieno con il galletto affumicato, il manzo bbq. Aspetta. L’animella? L’ostrica? La nocciola? La salivazione è garantita! Mentre sto scrivendo mi è salita una fame pazzesca. Vado a mangiare.