Quando ci siamo conosciuti bevevamo l’acqua delle pozzanghere.
Quella passione travolgente per tutto ciò che riguarda la natura e gli animali, ti ha portato a raggiungere il tuo sogno.
Un “poderwino” (questa la capiamo in tre, vabbè) nell’angolo più affascinante della Toscana -la Val d’Orcia- con quei colori e quella luce che abbagliano l’anima.
Quando venni la prima volta al Podere Fraternita capii subito cosa sarebbe diventato quel luogo.
Dove adesso ci sono le vigne, c’era soltanto bosco.
Dove adesso c’è il birrificio ed il mulino, c’era una concimaia.
Dove adesso c’è la cantina, c’era soltanto terra.
Bosco e terra.
Due fattori imprescindibili per chi crede in qualcosa lontano da sistemi industriali che tagliano ogni legame tra uomo e futuro.
Hai avuto mille difficoltà inizialmente, ricordo.
La “convivenza” con i vicini non era delle più rosee.
I lupi che ti sbranarono le pecore.
Le collaborazioni non andate come speravi.
E tante altre che non sto qua ad elencare.
Caparbietà e “testabassaelavorare” ti hanno permesso di fare il salto di qualità.
Ormai la retorica frase “se il buongiorno si vede dal mattino” non calza più a pennello, dato che ogni giorno ti parte un treno.
Ho visto nascere e crescere tutto il progetto.
Ho visto i luppoli arrampicarsi.
Ho visto le tue prime “acide” muoversi.
Ho assaggiato i chicchi in vigna nelle varie parcelle.
Ho assaggiato i vini quando ancora erano in botte.
Ho assaggiato i vini presi dalla vasca alla tua prima manifestazione sul vino.
Ho assaggiato questo. Etichettato ed imbottigliato.
Vino. Olio. Birra. Miele. Cereali.
Venticinque pecore Suffolk da cui viene ricavato un salame clamorosamente buono.
Quaranta galline.
Venti oche.
Venti anatre.
Una vacca di Bruna Alpina.
Un piccolo vitello.
E Sergio. Il labrador. Questo è il tuo Mondo.
Ma chi c’è dietro le quinte in cantina?
Un altro ragazzo agli inizi della propria carriera ma con le idee molto chiare. Anche con lui bevevamo quel che rimaneva, delle pozzanghere.
Il “suo” primo vino messo sul mercato, spinto da un’amicizia contagiosa con Matteo. Laureato in enologia all’Università di Firenze, conta esperienze in Borgogna, in Australia, in Sud Africa ed in Nuova Zelanda, per arrivare a S.Gimignano, da Elisabetta Fagiuoli, a Montenidoli, dove tutt’ora gestisce vigna e cantina. Ale.
Non volevo parlare di vino, ma come fai a non scrivere due righe..
I vini provenienti da questa zona -Pienza- sono molto carichi, alcol e maturazione del frutto eccessive portano ad una saturazione del palato in due secondi e quattro decimi.
Questo sangiovese ha un frutto molto bello, turgido, mai surmaturo od ossidato.
Sa di calcare e di terra sbriciolata.
Un vino che non subisce la propria materia, ma la eleva a massimo esponente del sapore, con il sale che si increspa tra le fessure dei denti. Anche se la trama è bella serrata, si scorge un rigore ed una precisione chirurgica che per fortuna non scade mai nell’asetticità.
Anche se la strada è ancora molto lunga sono davvero tanto fiero di voi, amici miei.
Azienda Agricola Casa Gori
“suisogni” Rosso Toscano igt 2018
Sangiovese 100%