Questa volta è dura, molto dura.
Le parole si rompono con l’aria.
Le lettere si sbriciolano sul foglio.
La testa immagazzina nuvole piene di frasi che si dissolvono.
C’è poco pensiero. I nervi sono messi a dura prova e possono saltare da un momento all’altro.
Lungi da me trasmettere malinconia e pessimismo, perché tutto prima o poi si risolverà, ma dire che questo è uno dei periodi più incerti della nostra vita, beh, difficile anche non esserne d’accordo.
C’è chi ha calcato la mano sulla mente di ognuno di noi, instaurando una paura mai vista prima tra la gente, paura di morire, paura di perdere tutto quello che si è costruito con i sacrifici per una vita intera.
Il virus esiste, non si può negarlo, ma inutile sancire verità quando la verità non la conoscono nemmeno coloro i quali dovrebbero stare al nostro fianco.
Non ho mai scritto niente su questo virus dall’inizio della pandemia, per il semplice fatto che non ho mai aperto un libro di medicina e non ho la benché minima conoscenza sull’argomento, ma potrei sviscerare tutte le falle del sistema, perché vissute in prima persona. Poi ti ritrovi catapultato in un vortice, il quale ti risucchia con tutta la forza di cui è capace e tu, impotente, puoi solo fare affidamento al tempo.
Ma che cos’è il tempo?
Storicamente nulla di più misterioso esiste.
Materialmente nulla di più sfuggente.
Ma il tempo, inteso come “qui ed ora”, inteso come presente, non è mai abbastanza.
Nella vita moderna non c’è mai abbastanza tempo.
Siamo sempre di corsa.
Divoriamo tramezzini in macchina fermi al semaforo.
Le ragazze si truccano in auto “perché a casa non c’è tempo”.
Rimandiamo a domani incontri che ci potrebbero far cambiare umore, in meglio, perché non c’è tempo.
Siamo assuefatti da qualcosa di immateriale, che ci toglie la bellezza del momento.
Ad un certo punto ti ritrovi in mano il tuo tempo, e non sai come gestirlo, perché chiuso in casa attendendo quel tempo che non passa mai.
Paradossalmente ne hai troppo ma ti manca la quotidianità nella quale incastrarlo per poterne odiare la mancanza.