La Segovia ed il verdejo.
La scoperta del mese: Esmeralda Garcia.
Dopo varie esperienze per importanti bodegas, la giovane vignaiola decide di tornare nella sua terra natìa, a Santiuste de San Juan Bautista, piccolissimo “pueblo” (villaggio) nella comunità autonoma di Castilla y Leon, circa 130 km a nord-ovest di Madrid.
Questa zona può vantare un patrimonio incredibile di vigne pre-fillosseriche, grazie ai suoi terreni sabbiosi, i quali hanno permesso la sopravvivenza delle viti, con una MEDIA di 150 anni d’età. Esmeralda ha creduto fin da subito nella custodia di queste piante centenarie, cercando di portare avanti un’idea sana di agricoltura rispettosa.
Le etichette si riferiscono tutte al nome del villaggio o della vigna e riproducono il suolo su cui crescono le viti.
“Arenas de Santyuste” è il suo vino d’entrata, inizio quasi sempre dal basso per cercare di capire, fin dove possibile, i vini.
I vigneti come dicevo in precedenza sono vecchissimi, quelli che compongono questo vino sono dislocati su quattro diversi siti a circa 800-850 m s.l.m, piantati su terreni calcarei e sabbiosi.
Vino salatissimo, un’acidità laser che tende a tagliare con meno vigore col passare dei minuti.
Iodio, fieno, cent’erbe, cedro, propoli.
Sul finale sa quasi di ferro, di sangue, come lo sanno alcuni rossi. Acqua di lago pura, cristallina.
Vino dal peso leggero ma dal sapore intenso.
Un vino che ti prende dal basso, senza strafare, ma che vibra e accompagna il sorso. Potrebbe sembrare sgangherato ma ricomponendosi diviene quasi fine e ti inonda il palato di sale unendosi a quell’acidità sovrastante iniziale, diviene un tutt’uno col tuo corpo.
Bel vino.
Esmeralda Garcia
“Arenas de Santyuste” 2019
100% verdejo