Una ribalta non certo modaiola quella jurassica, ma bensì densa di sfaccettature definite. Acquistare vini dalle zone elette e affermate sul mercato, ormai è diventato quasi impossibile, si va sempre di più alla ricerca di territori che fino a qualche anno fa erano snobbati, i talent scout con le antenne dritte, alla ricerca di nuovi winemaker pronti a decollare. Non dico che il/lo Jura sia una new entry per quanto riguarda il panorama vitivinicolo francese, ma una di quelle isole felici nella quale poter pescare vini splendidi a prezzi ancora allettanti, ma per quanto ancora? Come successo nelle altre aree il costo delle bottiglie sicuramente lieviterà, data l’attenzione rivolta negli ultimi tempi con veemenza alla regione, anche se già gli incrementi stanno facendo capolino. L’irreperibilità di molte etichette crea già un vortice nel quale tutti noi appassionati abbiamo paura di essere risucchiati. Fin che ce n’è…

 

Di seguito un accenno a quel produttore il quale è divenuto punto di riferimento per gli amanti di questo angolo di Francia, Domaine Labet.

 

Non scomodiamo i parcellari che in questo momento dormono beatamente. Basta il “Fleur” per capire chi si stacca da tutti gli altri in Jura. Alain Labet è stato il pioniere dei vini ouillè -botte colma- in tempi non sospetti, creando una scia rivoluzionaria per la regione. Oggi il Domaine è nelle mani sicure dei tre figli, i quali con idee fresche e innovative apportano sicuramente quel quid necessario per sperimentare, rimanendo convogliati in una sorta di aloe tradizionale del quale, giustamente, non vogliono sapere di abbandonare.
Altro punto a favore dei Labet è la zona di produzione, Rotalier, villaggio nel sud della Regione, territorio distante da quelli storici, ma emerso fortemente nell’ultima decade, grazie anche ad interpreti di spessore come Ganevat e Buronfosse.
Territorio fortemente vocato per i vini bianchi, ricco in calcare, non per niente le migliori etichette escono proprio da savagnin e chardonnay.

 

Domaine Labet Fleur de Savagnin 2014 “Les Parcelles Rares”

 

Agrumi e iodio, frutto ora dolce ora schioccante, fiori gialli e sale grosso. La grandissima mobilità nel bicchiere regala un sorso brillante e limpido, senza forzature. L’emblema dei vini di Julien è la profondità gustativa, mai scontata, unita alla leggerezza quella vera e materica, ossimoro voluto! Non è tutto oro quel che luccica, ma se dovessi scegliere una zona, oggi, nel quale trovare maggiori soddisfazioni, quella è proprio il/lo Jura.