Due parcelle piantate nel 1er Cru di Vrigny, sulla Grande Montagna -detta così pare che superi il Chimborazo- una di solo chardonnay, l’altra da assemblaggio paritario di pinot noir e pinot meunier.

Una produzione confidenziale.

Nelle annate migliori la tiratura si aggira sulle 79* bottiglie de “Les Vignes dieu les Prés” , il blanc de blancs, e ben 34* de “Les Gran Chemins les Chappes” , il blanc de noir. Si pensa che nei prossimi anni la produzione totale possa superare gli abitanti proprio del comune di Vrigny, 229.

Se cercate eleganza dallo chardonnay avete sbagliato di una cinquantina di chilometri, forse più. La generosità è spontanea, cosi come l’entrata in bocca, voluminosa, stile tassello ad espansione -si, proprio quello perfezionato da Artur Fischer– ma non incisiva come avrei sperato.

Altra storia per “Les Gran Chemins les Chappes”, dove pinot noir e pinot meunier si fondono in uno spartito tutto giocato su tensione e sale. Un goccetto di ossidazione a condire -tipo balsamico extravecchio 30 anni- giungendo alla conclusione che questo champagne lo berrei anche con un’insalata scondita.

Guillaume Sergent
“Les Vignes dieu les Prés” 100% chardonnay
Tirée le: 17/01/17
Dégorgée le: 05/06/18

Guillaume Sergent
“Les Gran Chemins les Chappes”
50% pinot noir 50% pinot meunier
Tirée le: 11/01/16
Dégorgée le: 12/06/17

* questi numeri sono puramente di fantasia.