Chénas non l’ho mai inquadrata bene come denominazione/cru, chiamatela come volete.
La più piccola delle dieci che insistono nel Beaujolais, sopra di una manciata di ettari ai 200 vitati, poco conosciuta perché all’interno della più grande e più celebrata Moulin-à-Vent; difatti molti vigneron preferiscono rivendicare quest’ultima in etichetta.
Uno che va sicuramente controcorrente è Paul-Henry Thillardon, il quale, oltre a rivendicare “Chenas”, in etichetta, suddivide i vini in base alle varie parcelle di proprietà; tra l’altro ho bevuto delle discrete cose di quest’ultimo, vini molto ariosi e vibranti, al limite dello stordente.
Stessa cosa per Philippe Jambon, sorsi cristallini ma più personali e talvolta irrequieti.
Più cupi e di carne quelli di Karim Vionnet, vinosi e fruttosi.
Terroir molto simile alla sovraesposta Moulin-à-Vent, dove sabbie granitiche ricche di manganese dominano l’area, e dove, di norma, il Gamay se ne esce un filo più muscoloso, che so, rispetto a Fleurie, Chiroubles o Saint Amour, parlando in maniera esasperata più vicini ad alcuni Morgon.
Una zona -il Beaujolais- che amo particolarmente, dove però imbattersi in dei vini alquanto imbarazzanti e privi di ogni senso non è molto difficile.
Non è questo il caso di Romuald Valot, primo incontro con questo vigneron, anche se il suo vino mi è rimasto difficile da capire. Le vigne sono proprio nel comune di Chénas; l’etichetta fa paura, molto simile al mondo birra, ma oggi, si sa, si vende anche con la raffigurazione. Di solito quando le vedo mi si drizzano i capelli, il 90% delle volte sono troiai assurdi, vini prodotti completamente a casaccio, senza capo ne coda.
Lui è dolce, quasi sensuale, troppo ammiccante per essere un Gamay del Beaujolais. Nemmeno un graffio, tutto molto simile dall’inizio alla fine. Insiste una morbidezza difficile da inquadrare a Chénas, come per altro, in tutta l’area. Ancora una volta, per me, Chénas, è un grosso punto interrogativo, dove trovo più esercizi di stile che il proprio terroir, ma non tanto perchè voglia per forza da ogni vino il suo terroir, ma perché, non lo so nemmeno io perché!
Adieu.